STARTUP LAZIO: l'intervista ad Aleardo Furlani

L'intervista ad Aleardo Furlani tratta dal volume “STARTUP LAZIO! Storie e persone di un ecosistema dell’innovazione”, da pagina 39 a pagina 42.

"La storia di Aleardo Furlani è quella di un giovane laureato in Economia all’Università di Napoli, che consegue un Master in Business Administration presso l’Instituto de Estudios Superiores de la Empresa di Barcellona e che poi si trasferisce a Roma, dove lavora per alcuni anni nella cooperazione internazionale quindi in una multinazionale della consulenza manageriale, la MAC Group. Poi collabora con la Commissione Europea sui Programmi di Ricerca - si occupa della valutazione del potenziale di mercato dei progetti - e fonda la propria azienda assieme a un gruppo di giovani ingegneri.

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A prima vista, sembrerebbe la storia di un altro giovane startupper, un’esperienza che richiama molti dei racconti che la narrativa dell’innovazione rintraccia e documenta di questi tempi. Potrebbe esserlo, se non fosse per il fatto che Furlani fonda Innova nel 1993, vale a dire quasi 25 anni fa, dimostrando una notevole capacità di guardare avanti.

Innova nasce per «mettere insieme le leve del marketing e dell’innovazione», leve che per Furlani si concretizzano in diverse attività: la ricerca applicata, la consulenza alle aziende per il marketing, il project financing dell’innovazione, la tutela della proprietà intellettuale sotto forma di brevetti, e poi ancora la creazione (nel 2003) di un fondo di seed.

Oggi in Innova operano a vario titolo più di 100 persone, circa la metà delle quali sono impegnate in 18 startup sostenute dal fondo di seed, e ospitate dall’incubatore certificato. L’azienda ha base a Roma (ha costruito un edificio presso il Tecnopolo Tiburtino nel 2006) ma ha anche uffici all’estero dove impiega il 15% del proprio personale e grazie ai quali presidia 5 Paesi oltre l’Italia: Belgio, Polonia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti.

«Come incubatore, accompagniamo le aziende fornendo assistenza progettuale, finanziaria, di marketing e gestione d’impresa, - spiega Furlani - ma il nostro focus principale è e resta facilitare l’accesso delle startup al mercato globale, aiutarle a trovare partner e clienti che consentano loro di crescere oltre i confini del nostro paese». Un compito non semplice, specie se si considera che Innova “ha un debole” per le aziende che producono hardware e soluzioni tecnologiche solide, perché «noi crediamo nelle startup che nascono da brevetti forti», che creano prodotti tangibili e i casi di successo in forza a Innova sono soprattutto di questo tipo. «Oggi c’è la moda del digitale e, se si vuole provare a entrare nel mercato in questo settore, le barriere di accesso sono molto basse - chiarisce Furlani - per contro, la vita di molte startup del software si rivela essere breve a causa di una fortissima selezione».

Secondo il CEO di Innova sarebbe invece necessario investire anche sui punti di forza dell’ecosistema laziale, dove sono presenti competenze tecnologiche in campi come la meccanica, lo studio dei materiali, l’impiantistica, la microelettronica e che hanno forti punti di riferimento nel sistema di ricerca pubblico e privato e nell’Università. «Sono competenze tipiche di Roma e del Lazio - aggiunge - ma troppo spesso vengono sottovalutate». Un vero peccato, specie considerando che chi fa impresa in questo settore non ha neanche bisogno di partire sempre da un’invenzione rivoluzionaria, perché «innovare significa tanto puntare sull’innovazione dei processi, dei materiali e delle loro applicazioni, quanto fare un uso nuovo di tecnologie esistenti».

Per questo Innova è un incubatore sui generis, dove non ci sono solo scrivanie, computer e server, ma anche e soprattutto laboratori in cui fare ricerca e sviluppo, dove creare prototipi da toccare con mano. E che possano trasformarsi in brevetti perché, sottolinea più volte Aleardo Furlani durante l’intervista, proprio quest’ultimi sono la base su cui edificare un ecosistema forte. I brevetti sono lo strumento con cui valorizzare talento e competenze. «La proprietà intellettuale è un tema fondamentale per la crescita del sistema paese - conclude infatti Furlani - occorre quindi puntare alla sua protezione e alla difesa come leva competitiva»."

 

 

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